I risultati dell'inchiesta telefonica condotta dalla Commissione Europea per conoscere lo stato dell'innovazione dell'Unione nel 2011: focus sul settore pubblico

Pubblicati dalla Commissione europea i risultati di un "Eurobarometro Flash" che mira a ottenere informazioni sul modo in cui le innovazioni del settore pubblico sono percepite dalle persone che lavorano per aziende del settore privato. Tre i focus dell'inchiesta: se le aziende cercano di innovarsi, se nell'interazione con il settore pubblico è percepita l'innovazione, se i servizi pubblici diventano più innovativi.

Solo un terzo (35%) degli intervistati lavora per una società che ha introdotto un qualche tipo di innovazione negli ultimi tre anni, ma risulta evidente l'importanza dell'innovazione rispetto al fatturato dell'impresa, con il 69% delle persone la cui azienda ha introdotto innovazioni che ritiene esse abbiano contribuito all'incremento del fatturato nel 2011.

L'interazione tra il settore privato e i servizi pubblici è, ovviamente, non sempre semplice e si registra un'eccessiva burocrazia che impedisce l'innovazione delle imprese Infatti, il tasso di utilizzo dei servizi pubblici non risulta alto, anche nei casi di servizi pubblici in materia di salute e sicurezza e dei programmi di formazione per i dipendenti, di gran lunga i servizi più diffusi (hanno interessato oltre un terzo degli intervistati).

La sede della società gioca innegabilmente un ruolo importante.

Comunque a livello europeo la percezione è che il livello di servizi pubblici per le imprese è rimasta più o meno la stessa nel corso degli ultimi tre anni. Tuttavia, questa percezione non è uniforme: se a Malta e in Turchia circa la metà degli intervistati vede un miglioramento, in Grecia circa la metà di essi la pensa in maniera diametralmente opposta. In ogni caso l'87% degli intervistati ritiene che i servizi pubblici debbano fare ulteriori sforzi per diventare più innovativi e corrispondere meglio alle esigenze delle imprese.

In Italia, il 51% degli intervistati pensa che i servizi siano fondamentalmente rimasti invariati a fronte di un 10% che intravede miglioramenti; solo il 17% pensa che i servizi regionali siano innovativi e, quando si parla di nuovi servizi introdotti, il 43% ne ha ottenuto una riduzione di sforzi e tempo, il 22% pensa di riuscire ad ottenere risposte più veloci, ma solo il 9% ne deduce una riduzione di costo per l'impresa;  se il 44% pensa che l'informazione sia maggiormente disponibile, solo il 13% pensa che le procedure per ottenere finanziamenti siano di facile uso; solo il 18% è convinto che l'innovazione sia il fattore più importante per vincere le sfide del mercato in relazione alle merci e il 19% rispetto ai servizi.

Il lavoro sul campo è stato condotto tra il 16 febbraio e il 7 Marzo, 2012, contattando oltre 9.500 aziende scelte a caso, intervistate in 27 Stati membri dell'UE, più Croazia, Turchia, ex jugoslava Repubblica di Macedonia, Norvegia, Islanda e Svizzera. La dimensione del campione varia tra i paesi, tra 100 e 500 intervistati, sulle 8.699 interviste complessive.  In Italia sono state effettuate 500 interviste e sono state prevalentemente effettuate per telefono. Il campione è stato selezionato da un database di business internazionale, arricchito con alcuni ulteriori campioni tratti da fonti locali. (i.cam)

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Valenzano, 25 giugno 2012